La Rocca di Garda - XIX secoloLe origini

Il Deserto del Garda trae origine dal letto asciutto del Lago di Garda ( o Benàco): il maggiore lago italiano fino alla prima metà del XXI secolo.
Grande meta del turismo Italiano, il Lago di Garda venne citato in diverse opere letterarie di grandi autori quali Gaio Valerio Catullo, Dante Alighieri e J.W. v. Goethe.

Fino al primo decennio dell’anno 2000 le popolazioni native del Garda e la nazione Italiana stessaPeschiera - Cartolina XX secolo ignorarono la portata e la gravità dell’emergenza idrica (primo indizio di desertificazione), di cui si registrano le prime avvisaglie già intorno all'anno 2003.

Le cause di tale sconvolgimento ecologico/geologico sono tutt’ora argomento di dibattito ma molti climatologi e storci sono concordi nell’identificarne principalmente due:

•  effetto serra;
•  distruzione dell’ecosistema naturale ed idrico del Garda stesso;

E importante notare che furono cause totalmente ignorate fino al 2010.
Molti storici concordano infatti che uno dei principali complici di tale catastrofe fu l’ignoranza stessa delle popolazioni autoctone. C’erano infatti tutti gli elementi per poter Scarichiidentificare una seria crisi idrica già nel primo decennio del 2000 ma spesso l’abbassamento del livello del lago era accettato in vista del fatto che le piogge ne avrebbero innalzato nuovamente la capacità idrica. Le stesse cronache riportano continui e inutili litigi tra le amministrazioni locali per l'uso a destinazione della poca acqua residua, senza mai intraprendere un'autentica iniziativa colelttiva.

In realtà tutto questo portava a non focalizzare il vero motivo della crisi idrica ovvero la progressiva estinzione dei ghiacciai (a causa dell’effetto serra) del gruppo del Brenta da cui traeva origine il Sarca ed i principali immissari del Lago.

La teoria che identifica nell'indifferenza della popolazione la concausa principale del fenomeno di desertificazione è avallata dalle seguenti fonti storiche:

  • dispersione idrica superiore al 30% in alcuni acquedotti dei comuni limitrofi (compresi quelli dell'area definita allora "basso lago/alto Mincio" mantovano) a causa di reti di distribuzione Cantieri Ediliobsolete;
  • dati di inquinamento locale: Verona infatti era tra le 3 città più inquinate d’Italia (dato del 2006) ;
  • incremento vertiginoso della speculazione edilizia (spesso definita selvaggia [1] - [2] - [3] - [4] ) che condusse alla rapida estinzione sia delle aree agricole sia delle aree verdi circostanti tutto il Lago a favore di strutture residenziali e turistiche (con totale sfacelo del secolare sistema di canalizzazione idrica e conseguente spreco e dispersione delle falde acquifere);
  • totale disinteresse per trasporti alternativi (e/o ecologici) a favore del traffico su ruote ( le diverse zone Lago/Verona - aree ad altissima densità turistica - erano prive di collegamenti extraurbani serali e notturni); disinteresse testimoniato anche dalle continue opere stradali (autostrade, superstrade, parcheggi) e conseguente edilizia industriale attirata dalla viabilità.

Già verso gli inizi del 2012 il lago si ritirava di centinaia di metri lasciando nuovi ettari di spiaggia e terreni; occasione che gli spegiudicati costruttori edili italiani non esitarono a sfruttare economicamente. Ma ben presto gli svantaggi, di quello che venne definito un disastro ambientale di entità nazionale, si rivelarono superiori ai profitti.
Il primo grande esodo dal lago si verifica intorno al 2019 quando il livello scese di circa 15 metri. Ormai, comunque, la zona tra Verona e Brescia era identificabile come un unico centro residenziale che congiungeva tra loro i diversi comuni di Bussolengo, Castelnuovo, Peschiera, Desenzano, Lonato (estensione urbana complessiva: 90 km).

La popolazione che in precedenza si era spostata da Milano iniziò a migrare nuovamente in zone più Settentrionali quali il Trentino (si ritiene sia questa la causa principale della seconda crisi Appalti stradalisecessionista dell’Alto Adige).

L’estinzione completa del Lago si identifica intorno al 2035-2045, la formazione delle prime dune risale a 2-3 anni dopo.

Per uno strano destino se il Lago di Garda fu alla fine del XX secolo il luogo di rifugio delle popolazioni (di origine italiana) che abbandonavano l’oramai invivibile città di Milano, così 60 anni dopo il Deserto del Garda ospita la più grande comunità afro-asiatica-italiana, nata dalle nuove generazioni provenienti dalla grande capitale del nord.

Il Deserto del Garda raggiunge una lunghezza massima di 52 km ed una larghezza di 17 km con un profondità massima di 180 metri sotto il livello del mare.

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